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Gajola
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Quelle notti
al
Rangio
Fellone
(1953-1960)
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di Isabella Marino (testo rivisto
ed integrato da Stefano Russo)
Iniziava l'alba della vita notturna ad
Ischia. La guerra si era conclusa da appena qualche anno e nessuno avrebbe
potuto prevedere l'imminente arrivo del "boom" turistico.
Solo poche famiglie venivano a villeggiare sull'Isola Verde: i soliti
affezionati, quasi tutti di Napoli, che riaprivano le case con l'arrivo della
bella stagione; per divertirsi c'era poco o nulla, per lo più feste tra amici
organizzate in casa giusto per stare insieme qualche ora dopo una giornata
di spiaggia.
All'inizio degli Anni '50 spuntarono i primi locali ad Ischia Porto: il Monkey
Bar, accanto alla piazzetta di San Girolamo, ed il Rangio
Fellone, un posticino originale ideato e realizzato dall'architetto Sandro
Petti e da Ugo Calise
in un angolo prospiciente il mare dell'allora splendidamente rigogliosa Pineta
Mazzella.
Luci soffuse illuminavano le panche sistemate tra i fitti arbusti di macchia
mediterranea che fungevano da pareti; l'aria era impregnata dell'odore salmastro
del mare, vicina e discreta presenza segnalata dal rifrangersi delle onde contro
gli scogli.
Con l'eco del mare si fondevano, dolci e sommessi, gli accordi di una chitarra.
A pizzicarne le corde, sera dopo sera, era Ugo Calise, cantante e compositore,
nonché amico dei numerosi "habitué" del locale. La sua voce
confidenziale ed appassionata intonava un repertorio fatto di intramontabili
canzoni napoletane e di pezzi originali, offerti "in anteprima", man
mano che la sua creatività li sfornava; quelle note facevano sognare, mentre la
luna, che si alzava lentamente nel cielo dal suo giaciglio dietro il Castello
Aragonese, rischiarava, tenuemente, la penombra.
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Nadia Gray
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Françoise
Arnoul 
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E la "regina della
notte" diventava essa stessa musa ispiratrice, suggerendo al musicista il
tema di Na
voce, Na chitarra E 'O poco 'E Luna che gli ospiti del Rangio
Fellone furono i primi ad ascoltare, insieme ai tanti altri ammiratori di Calise
che facevano capolino tutt'intorno al locale: con i pochi soldi a disposizione,
infatti, i giovani ischitani non potevano certo pagarsi l'ingresso in un locale
alla moda come quello, però non volevano perdersi la musica e, così, si
arrampicavano sui muretti esterni di pietra lavica, sotto i pini, o si
sistemavano, come potevano, sugli scogli sottostanti.
Il Rangio Fellone era Ugo Calise in quegli anni spensierati della
giovinezza di tanti ischitani e frequentatori della nostra isola; lui era
l'animatore indiscusso di ogni serata, lui la voce che accompagnava le emozioni
e le atmosfere dell'estate.
Con il passare degli anni il locale cominciò a diventare sempre più famoso così
come il "suo" cantante.
La clientela si allargò e, con l'avvento dell'era Rizzoli
ed il raggiungimento della notorietà internazionale per l'isola d'Ischia,
nella rotonda sotto i pini cominciarono a vedersi i volti di molti "v.i.p."
e protagonisti del mondo dello spettacolo e delle riviste patinate dell'epoca:
il principe D'Assia, il regista Luchino
Visconti, attori ed attrici famosi, allora assidue presenze
sull'Isola d'Ischia. |

Elena Giusti |
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Per Ugo Calise è il momento
del grande salto: le sue canzoni raggiungono, l'una dopo l'altra, il successo.
A cantarle, oltre a lui stesso, saranno Roberto Murolo,
Bruno Martino e
Nicola Arigliano ma anche due giovani
interpreti dell'epoca divenuti, poi, famosi: Fausto
Cigliano e Peppino
Di Capri.
A Calise il futuro riserverà grandi opportunità in ogni angolo del mondo -
persino a Londra, dinnanzi ai reali d'Inghilterra - ma l'Isola Verde e
quell'angolo di paradiso sotto i pini, in riva al mare, con la luna splendente
nel cielo, resteranno per sempre lo scenario ideale per la sua voce e le note
struggenti della sua chitarra.
Napoli, 15 settembre 2004
Stefano Russo
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